Prorogata fino 23 dicembre, la mostra al Museo Leone: “Da una vita all’altra. I fratelli Garrone: eredità di affetti e di ideali dal fronte della Grande Guerra”

12 Ottobre 2021

Sarà prorogata fino al 23 dicembre 2021 la mostra “Da una vita all’altra. I fratelli Garrone: eredità di affetti e di ideali dal fronte della Grande Guerra”, allestita presso il Corridoio delle Cinquecentine del Museo Leone di Vercelli. La mostra racconta la storia di due fratelli e della loro famiglia, di due ragazzi vercellesi e della guerra, e al di là della retorica del sacrificio per la patria e dell'eroismo.

La chiusura era in programma per il 31 ottobre ma visto il successo di pubblico il Presidente Gianni Mentigazzi e il Direttore Luca Brusotto hanno deciso per il prolungamento che, visto anche l’allentamento delle misure anti covid, che hanno riportato la capienza dei Musei al 100%, permetterà di esaudire le numerose richieste, soprattutto da parte dei gruppi organizzati. Saranno comunque fatte osservare tutte le norme di legge a partire dalla necessità di indossare la mascherina e presentarsi muniti di green pass.  

Giuseppe ed Eugenio Garrone, Pinotto e Genio, Toto e Neno, così chiamati passando dall’anagrafe, agli amici, agli affetti più stretti della famiglia.

Come in un film di guerra i fratelli Garrone sono morti l'uno accanto all'altro, durante la Prima guerra mondiale, al Col della Berretta, sul Monte Grappa, durante la ritirata di Caporetto. Sono morti lì i due fratelli, dopo aver combattuto insieme per un'ideale di “libertà e giustizia”, parole che oggi risuonano nel titolo del progetto che, promosso dal Museo Leone, dagli eredi e dalla Sezione Vercellese dell’Associazione Alpini, ne tramanda la memoria attraverso la catalogazione e la schedatura del loro epistolario di ben 3711 tra lettere e cartoline postali.

La mostra sarà visitabile, ad ingresso libero, dal martedì a venerdì, dalle 15.00 alle 17.30, il sabato e la domenica, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Ingresso libero. Green pass obbligatorio. 

Per informazioni è possibile telefonare ai numeri 0161/253204 in orario d’ufficio e 348/3272584 in orario di apertura, o scrivere una e-mail a info@museoleone.it, oppure collegarsi al sito www.museoleone.it

Il progetto e la mostra

Partito nel corso del 2018, il progetto dal titolo I Fratelli Garrone e il loro Epistolario: Testimonianza di un Percorso di Libertà e Giustizia, sta giungendo a compimento. Attraverso di esso sono stati raccolti, e ora sono in fase di studio e catalogazione (anche informatica), i documenti appartenuti a Giuseppe ed Eugenio Garrone.

I due fratelli hanno infatti lasciato un epistolario di più di 3000 lettere, gran parte delle quali inviate dal fronte della Grande guerra a familiari e amici, ma anche fotografie, fogli volanti e memorie personali che ora il Museo Leone di Vercelli conserverà per metterle a disposizione degli studiosi e delle future generazioni.

Questo tesoro di carte proviene in parte dai due rami familiari eredi dei fratelli, i Galante Garrone e i Maraghini Garrone e in parte dalla sezione cittadina dell’Associazione Nazionale Alpini, che porta il loro nome e alla quale un gran numero di lettere furono affidate all’inizio del nostro secolo da Virginia Galante Garrone, ultima erede vercellese delle memorie dei due eroi.

Il lavoro di catalogazione, condotto in due fasi, è stato portato avanti dalla discendente dei due fratelli Chiara Maraghini Garrone, da Luca Brusotto, Conservatore del Museo Leone e da Riccardo Rossi Responsabile della biblioteca museale, per quanto riguarda la schedatura e sarà terminato dagli archivisti incaricati dalla Soprintendenza per quanto riguarda invece l’informatizzazione delle schede.

Il lavoro permetterà di riunificare il fondo aumentandone accessibilità e fruizione, affinchè siano promossi nuovi studi, ricerche e approfondimenti e lo unirà virtualmente ad un’altra parte di memorie familiari, affidate dai discendenti Garrone all’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea ‘Giorgio Agosti’ di Torino, anch’esso partner del progetto e fornitore del sistema operativo di catalogazione informatica che permetterà di riunire virtualmente i due fondi.

E soprattutto, non meno importante, il progetto ha prodotto la mostra “Da una vita all’altra. I fratelli Garrone: eredità di affetti e di ideali dal fronte della Grande Guerra”, che dal 12 giugno al 23 dicembre 2021, presso il corridoio delle Cinquecentine del Museo Leone di Vercelli, per la cura di Chiara Maraghini Garrone e Luca Brusotto, racconterà l’essenza del progetto: l’unione tra le parole, provenienti dal cuore e dalla mente di due giovani della “meglio gioventù” di quegli anni difficili, e le immagini e i cimeli delle loro vite e della tragedia che fu la Grande Guerra, capaci di emozionare e trasformarsi in strumento di riflessione, di presa di coscienza storica e di impegno per tutti noi e soprattutto per le generazioni future. Quasi trenta pannelli che uniscono testi e immagini, tratti da quel grande racconto di vita e di guerra che è l’epistolario dei fratelli Garrone e che, incontrando i documenti e i cimeli della Grande Guerra, hanno dato vita anche ad un catalogo di mostra pubblicato da Edizioni Effedì che raccoglie anche un saggio introduttivo di Paolo Borgna, che dei due eroi vercellesi è uno dei massimi studiosi e la prefazione del Ministro per le Politiche Giovanili On. Fabiana Dadone.

La Storia  

Non avevano passato da molto i vent’anni quando decisero di arruolarsi e partire per la guerra. Giuseppe (1886) era un giovane magistrato e aveva già avuto un’esperienza come giudice in Libia. Incarico tosto tra conflitti tribali e rivolte popolari contro gli italiani. Eugenio invece, poco più giovane (1888) anche lui laureato in giurisprudenza, era stato assunto presso il Ministero della Pubblica istruzione.

Giuseppe di carattere più forte e pratico; Eugenio più dolce e sognatore. Entrambi però erano tra quei giovani che chiedevano che l'Italia entrasse in guerra, nonostante, proprio loro, fossero stati riformati dal servizio militare per insufficienza toracica. Riusciranno nel loro intento: combatteranno insieme, morendo uno nelle braccia dell’altro, lasciandoci però migliaia di lettere dal fronte e uno splendido archivio fotografico, anch’esso porzione della mostra, assieme ad altre fotografie provenienti dagli eredi, che raccontano la spensierata vita in famiglia nella Vercelli di inizio Novecento che ignara si avviava la Grande Guerra.

La guerra dei fratelli Garrone inizia lenta: Giuseppe, appassionato scalatore e sciatore, addestra gli alpini sugli sci; Eugenio racconta di interminabili, noiose giornate al comando di un avamposto isolato e sperduto tra i monti.

Ma quando la miccia si accende si fanno valere e notare per il loro valore. La madre, che più ancora del padre li aveva incoraggiati nella loro scelta di partire in guerra, dopo la loro morte non vorrà mai più parlare di loro con i suoi discendenti. Margherita “Margot” Galante Garrone, nota poetessa e cantautrice, raccontava che “con la nonna si poteva parlare di tutto, ma non degli zii partiti per la guerra e mai più tornati: il rischio era di risvegliare in lei un dolore mai sopito”.

Giuseppe muore sotto i colpi dei cannoni austriaci il 14 dicembre 1917, mentre l’esercito si ritira dopo il disastro di Caporetto. Il fratello Eugenio è accanto a lui, gravemente ferito anch’egli dal colpo che all’improvviso ha investito la colonna dei soldati italiani. Passa la notte a vegliare il cadavere del fratello, altri soldati in rotta lo derubano e lo spogliano anche dei vestiti. Lo trovano gli austriaci e lo trasportano all'ospedale militare di Salisburgo. Morirà il 6 gennaio 1918. Trova ancora la forza di scrivere a casa per Natale: “Decorso ferita segue normale", ma lui sa di essere spacciato, quel telegramma è una bugia ma non osa aggiungere altro dolore alla madre, al padre, alle sorelle che già piangono Toto.

    Così Giuseppe ed Eugenio sono insigniti della Medaglia d'Oro al valor militare. Il corpo di Giuseppe non sarà ritrovato, quello di Eugenio torna nel 1922 con tutti gli onori. Va a prenderlo Ermenegildo Gallardi, direttore de La Sesia e amico di famiglia, che già l’anno prima aveva recuperato il feretro di suo figlio, Carluccio, anche lui Medaglia d’Oro, anche lui morto in guerra.

La sorella Margherita manterrà il cognome Garrone accanto a quello del marito, Luigi Galante. Dal loro matrimonio nasceranno Alessandro e Carlo Galante Garrone. Anche l’altra sorella, Barbara, mantiene così il cognome accanto a quello del marito, l’ufficiale di marina Giotto Maraghini e i figli si chiameranno Edoardo e Luigi Maraghini Garrone.

 

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Sia il progetto di catalogazione, sia la mostra devono la loro realizzazione al sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura di Missione per gli Anniversari di Interesse nazionale.

Sono partner nella sua realizzazione assieme al Museo Leone, le famiglie Galante Garrone e Maraghini Garrone e la Sezione di Vercelli dell’Associazione nazionale Alpini che ai due fratelli è intitolata. 

Sono sponsor il Comune di Vercelli, la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, ANDI Vercelli e Meeting Art.

Sono collaboratori scientifici la Soprintendenza Bibliografica e Archivistica del Piemonte e della Valle d’Aosta, l’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea “Giorgio Agosti”, la Società Storica Vercellese.

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